I simboli, nella cultura umana, hanno da sempre avuto una valenza importantissima. Pensiamo alle società tribali, che li usano sotto forma di tatuaggi, per rappresentare grande valore, magia, mistero. I simboli sono stati sempre pregni di significato, fino a trasformarsi nell’odierna scrittura. La simbologia ci racconta una storia molto antica, dove l’uomo ha sempre cercato una forma espressiva tangibile, trasportabile e duratura nel tempo. Le prime storie e tradizioni per l’uomo sono sempre state verbali, ma, col tempo, tendevano a sparire o ad essere modificate dagli interlocutori. Ecco allora che scrivere ciò che si voleva raccontare diventava un mezzo per trasmettere tutto il sapere e le conoscenze in maniera eterna, e concreta, che non lasciava spazio a variazioni.
Pensiamo alle grandi piramidi egizie pregne di geroglifici. Ancora oggi, gli studiosi si ritrovano a sorprendersi delle storie che ci raccontano, tramite disegni e simboli che sono arrivati a noi, quasi inalterati dopo 4000 mila anni.
La simbologia fa parte del nostro collettivo. Quando scriviamo, come ora, o quando dipingiamo e creiamo qualcosa, esprimiamo l’esigenza di racchiudere, in una forma, un concetto da tramandare.
L’arte ha da sempre fatto suo questo concetto. Guardando i quadri più famosi, troviamo spesso forti valenze simboliche. Pensiamo, ad esempio, alla necessità di dipingere la colomba ( Spirito Santo) in molte rappresentazioni sulla Natività di Gesù, o la valenza simbolica della ‘purezza’ del Manto Celeste della Madonna. Tutti sanno perfettamente il significato della loro presenza, poiché essi fanno parte di un linguaggio ‘non scritto’ che ci è familiare, permettendoci inoltre di conoscere le storie dei personaggi storici, le abitudini e gli usi dell’epoca. Ecco allora che rappresentare qualcosa con un segno diventa tramandare un valore o un contenuto, proprio come succede per la scrittura.